Euro ai minimi da 13 anni sul Dollaro… e ora?

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Ieri il cambio Eur/Usd ha violato la soglia psicologica di 1,04 toccando quota 1,0380. È il livello più basso dal 2003. Dopo tredici anni quindi il dollaro si avvia a valere più dell’euro, la strada sembra segnata e in questo articolo Mr Banca vi spiegherà il perché.

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Euro / DollaroÈ così che il dollaro acquista valore e l’euro lo perde: il cambiamento di rotta nel rapporto euro-dollaro è frutto innanzitutto della Federal Reserve, la Banca centrale americana, che ha aumentato i tassi d’interesse di un quarto di punto allo 0,75%. Gli investitori internazionali a seguito di questo hanno avvertito la convenienza di convertire in dollari una parte degli investimenti in euro. In parole povere, sui Mercati si sono venduti euro e comprati dollari.

A lavorare in questa direzione non ci sono solo gli USA, ma – sembra strano ma è così – anche gli europei. La Banca centrale europea sta aumentando la circolazione monetaria, attraverso immissioni massicce di liquidità. Perché lo fa? Perché la BCE è preoccupata dalla bassa inflazione nell’Eurozona e cerca di contrastarla. La BCE cerca di far risalire l’inflazione a un livello vicino al 2%, considerato un bene per l’economia. Tenete presente che l’economia degli Stati Uniti invece cresce senza bisogno di stimoli e l’inflazione è già prossima al 2%. In sostanza, gli americani hanno già finito il lavoro che noi qui in Europa stiamo ancora facendo.

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Finché continua questa situazione appena descritta, ovvero tassi europei fermi e quelli americani che aumentano, l’euro si indebolirà sul dollaro.

L’aumento dei tassi americani agirà da stimolo sulla pigra crescita europea, favorendo le esportazioni

Se l’euro si indebolisce rispetto al dollaro non è solo la Banca centrale europea ad esserne soddisfatta, lo sono sicuramente anche gli esportatori, italiani ed europei, che grazie al tasso vantaggioso diventano più competitivi nella zona del dollaro. Previsioni positive quindi, per l’economia europea che affronta il 2017 sperando in un aiutino alle condizioni operative del settore manifatturiero, grazie alla debolezza dell’euro che stimola le esportazioni.

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